Le Vie di Gerusalemme lungo le rotte dei pellegrini

Le Vie di Gerusalemme lungo le rotte dei pellegrini

 

L’itinerario ricalca le storiche rotte commerciali e di pellegrinaggio lungo le “vie dei mari”, luoghi di incontro e di scambio culturale ed economico. Nel Medioevo, il monopolio di Venezia nel Mar Mediterraneo garantì l’apertura dell’Adriatico al viaggio in Terrasanta, importante meta cristiana. Pellegrini, merci e idee circolavano tra Oriente ed Occidente e il mare divenne uno straordinario collettore di civiltà.  L’Adriatico, lo Ionio e l’Egeo possono recuperare questo antico ruolo grazie ai nodi portuali indicati dai diari di viaggio, ricchi di informazioni sul lungo tragitto. Da Venezia, le navi partivano cariche di mercanti e di pellegrini, percorrevano le rotte di cabotaggio ed attraccavano nei principali porti: Pola, Zara, Sebenico, Ragusa, Durazzo, Brindisi, Otranto, Kerkyra (Corfù), Cefalonia, Zante, Modone (Methoni), Irakleion (Creta), Rodi, Ciproe, infine, Gerusalemme. Città ed isole di suggestiva bellezza, nella maggior parte dei casi condizionate dalle vicende dei domini veneto e ottomano e delle grandi guerre del secolo scorso, conservano ancora oggi il fascino indiscusso di antiche contaminazioni. Accanto agli elementi difensivi e alle architetture “palaziate”, i numerosi edifici sacri conferivano ai nodi portuali un alto valore spirituale e il viaggio si connotava per la sua dimensione del sacro.

 

I nodi portuali

 

La “città del mare”, Venezia, una delle Repubbliche Marinare, comprende una vasta area lagunare che si sviluppa fra canali, ponti e calli. E’ considerata fra le città più belle del mondo e, insieme alla sua laguna, è Patrimonio dell’Unesco. In epoca medievale, la Serenissima dominava gran parte delle coste adriatiche (Dalmazia e Istria), molte isole dell’Egeo, Creta, Cipro e Corfù ed era la più importante potenza militare e mercantile nel Medio Oriente. Celebri gli edifici medievali, fra i quali la basilica di San Marco che nel 1807 è divenuta sede del patriarcato, in origine ospitata nella basilica di San Pietro di Castello; San Nicolò dei Mendicoli è una delle chiese altomedievali della città, la cui intitolazione forse era legata alle precarie condizioni di vita degli abitanti di quell’isola, soprattutto pescatori e artigiani; la chiesa di Santa Maria dell’Orto, dedicata a Dio, alla Vergine e a San Cristoforo, protettore dei viaggiatori e dei traghettatori; le chiese di Santa Maria dei Frari, di Santa Maria Formosa e di San Zaccaria… Sono davvero numerosi i luoghi sacri e, fra questi, è impossibile non visitare anche quelli di età moderna, come gli edifici “palladiani” di Santa Maria della Salute e del Redentore.

Da Venezia si giunge a Pola, nelle insenature frastagliate della costa croata, ricca. di monumentali vestigia di romane come il Teatro, l’Arco Trionfale dei Sergi, la Porta di Ercole, il Foro, il Tempio di Augusto e l’Anfiteatro, vero e proprio emblema della città. Non mancano celebri edifici religiosi, come la Cappella di Santa Maria Formosa o del Canneto, che faceva parte dell’abbazia benedettina del 547 d.C., e la Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria con i resti di alcuni mosaici pavimentali del V-VI secolo. Alla Madonna era dedicata anche la Chiesa ortodossa di San Nicola, ricostruita completamente nel XIII secolo. Al dominio veneziano risale l’imponente Castello (XVII secolo), realizzato su un edificio preesistente secondo i principi delle “fortificazioni alla moderna”.

Il legame con Venezia si estende nella capitale storica della Dalmazia, Zara, città  segnata dal Forte e da un’imponente cinta muraria. Tra le antiche porte di ingresso, il simbolo della Serenissima e la figura del santo patrono Grisogono troneggiano sulla celebre Porta di Terraferma (1543), considerata uno dei monumenti rinascimentali più belli. Zara potrebbe essere considerata come la “città delle reliquie”, conservate negli edifici sacri più importanti: le spoglie di Sant’Anastasia sono conservate nella cattedrale del IX secolo; quelle di San Grisogono in una delle chiese più antiche della città e, infine, quelle di San Simeone sono racchiuse nell’Arca omonima, capolavoro di oreficeria medievale della fine del Trecento, donata da Sant’Elisabetta d’Ungheria. Fede e storia si intrecciano in altri edifici religiosi davvero singolari: un ricco patrimonio culturale dominato da monasteri, chiese e conventi. Ne sono un esempio il monastero francescano e la chiesa domenicana del XIII secolo, la Chiesa di San Donato, uno dei più illustri monumenti bizantini della Dalmazia del IX secolo, le singolari fondamenta della Chiesa di Santa Maria “de Pusterla”, conosciuta come “Stomorica”, e la Chiesa di Santa Maria del convento benedettino, sede di un’esposizione permanente di arte liturgica.

Gli influssi culturali ed artistici tra la Dalmazia e l’Italia raggiungono un connubio perfetto nella Cattedrale di San Giacomo a Sebenico(Patrimonio Unesco nel 2000),  esempio straordinario sintesi artistica tra gotico e rinascimento. L’edificio sacro fu realizzato dal 1431 al 1555 e concepito interamente in pietra, con tecniche costruttive singolari a lastre sovrapposte. Le sculture della parete esterna dell’abside ritraggono i volti dei cittadini che, secondo la tradizione, finanziarono l’opera. In occasione della festa di San Michele (settembre), I volti dei personaggi ritratti rivivono in un corteo storico.

Caratterizzata dalla presenza di numerose chiese e monasteri (in quello di San Lorenzo è ospitato il Giardino Mediterraneo Medievale), la città offriva un sistema difensivo efficiente dotato di numerose fortezze (San Nicola, San Michele, San Giovanni). Da questi baluardi è notevole l’impatto paesaggistico: l’arcipelago delle Isole Incoronate regala un panorama davvero mozzafiato!

Nell’area meridionale della Croazia, alle pendici del monte Srđ, sorge Ragusa(Dubrovnik), esempio straordinario di città tardo-medievale fortificata, dichiarata Patrimonio UNESCO nel 1979. Il carattere singolare del nucleo urbano è definito da numerose torri di difesa e da possenti mura cittadine ancora oggi percorribili. Da qui, le fortificazioni offrono un panorama unico e indimenticabile sulla città antica. Il centro storico di Ragusa, di rara bellezza, appare quasi dominato da edifici civili e religiosi: piazze, fontane, palazzi, logge e porticati, chiese e monasteri si affacciano elegantemente tra le vie tortuose della città, celebrando una delle più importanti potenze marittime del Mediterraneo.

Tra le architetture religiose più rappresentative, si ammirano la Chiesa di San Salvatore, realizzata per rendere omaggio allo scampato terremoto del 1520, la Cattedrale dell’Assunzione di Maria Vergine, ricostruita nel XVII secolo su un antico luogo di culto, la Chiesa di San Biagio, dedicata al santo protettore della città e, infine, i grandi complessi monastici di San Francesco e San Domenico.

Lungo le rotte commerciali, Durazzorappresentava un favorevole approdo naturale verso l’entroterra fertile e ricco di acque. La posizione strategica della città, crocevia nei transiti terrestri e marittimi, favorì gli intensi scambi tra Oriente ed Occidente. Da qui partiva anche la Via Egnatia, una delle più importanti vie di comunicazione per  Costantinopoli e il Mar Nero. Nel cuore della “città romana”, dotata di mura, porto, acquedotto, terme pubbliche, teatro e foro, fu innalzato il celebre anfiteatro, espressione simbolica e monumentale di Durazzo. Al suo interno, nella piccola cappella di Santo Stefano, sono visibili alcune tracce di affreschi e mosaici parietali di epoca bizantina.

La vitalità artistica era testimoniata anche dalla circolazione di manufatti pregiati, come stoviglie invetriate e protomaioliche “apule”. Molto interessante la lavorazione dei metalli, con la produzione difibule, anelli ed orecchini. Questo patrimonio artigianale ancora oggi conserva una straordinaria manualità, che rivive nella produzione di metalli e ceramiche.

Sulle coste pugliesi, Brindisi ed Otranto erano i nodi portuali più importanti. Dal punto di vista storico, la città di Brindisi, punto terminale della via Appia, regina viarum,  ha rivestito un importante ruolo commerciale e culturale per la sua posizione strategica verso Oriente. Il suo porto, delimitato da un’insenatura naturale, ebbe una notevole importanza; durante l’età romana fu utilizzato per i collegamenti con la Grecia e  nel periodo medievale fu un importante scalo per le crociate in Terrasanta. Notevoli le due fortezze: il castello svevo (XIII secolo), con avancorpo e torrioni angolari realizzati in età aragonese, e il castello alfonsino, conosciuto come Forte a mare, localizzato nell’isola di Sant’Andrea, del XV secolo. Numerose sono le testimonianze medievali, comprese fra l’XI e il XIV secolo; impossibile enumerarle tutte! Fra queste, la chiesa di San Benedetto (XI secolo), già intitolata a Santa Maria Veterana; la chiesa di San Giovanni al Sepolcro, forse del XII secolo, con un portale dotato di protiro e decorato con bassorilievi; la chiesa di San Paolo Eremita, raro esempio di gotico pugliese, e la chiesa suburbana di Santa Maria del Casale del XIII secolo, monumento nazionale dal 1875. La bellezza dell’esterno, esaltata ad una particolare bicromia, si associa a quella dell’interno, documentata da affreschi del XIV secolo.

Otrantoè una delle località balneari più frequentate e apprezzate per la bellezza dei suoi paesaggi, per il fascino del suo centro storico e per le importanti memorie della cristianità, legate all’assedio turco del 1480. La Cattedrale, dotata di un mosaico pavimentale del XII secolo, è anche Santuario di Santa Maria delle Grazie; accoglie in una cappella i resti dei Martiri del 1480 e il grande sasso con cui furono decapitati.

Il tragico evento del XV secolo, in cui storia e leggenda si mescolano e si intrecciano, ha legato in un vero e proprio percorso devozionale altri edifici religiosi della città, tutti intitolati a Maria. L’altro edificio, con preziose reliquie, è il Santuario di Santa Maria dei Martiri, realizzato nel Seicento sul colle della Minerva. Notevoli il castello aragonese, le fortificazioni che cingono la città e la chiesa bizantina di San Pietro, con affreschi del IX-X secolo.

Anche le isole greche diventarono tappe fondamentali negli itinerari marittimi diretti in Terrasanta. Le galee di pellegrini erano solite fermarsi a Corfù, dove nella località portuale di Kassiopisi venerava l’immagine miracolosa della Vergine nella Chiesa di Santa Maria di Casopoli, ricostruita dai veneziani nel 1580.Tra i numerosi luoghi di culto dell’isola, il complesso religioso della SS.ma Vergine Antivouniotissa è uno dei monumenti più antichi della città di Corfù, ora sede di un’esposizione museale. La chiesa era dedicata alla “Madonna delle Puerpere”, ancora oggi celebrata il 26 dicembre con una messa solenne.Suggestivi anche il Monastero di Vlacherna, quasi sul mare, a ridosso del porticciolo e la Chiesa di Pantokratora sul vicino isolotto di Pondikonissi.

L’importante funzione dell’isola nel sistema politico e coloniale veneziano determinò la trasformazione della città di Corfù in una roccaforte difensiva. Il riconoscimento UNESCO quale sito del patrimonio dell’umanità ha confermato di fatto il valore di una delle più grandi città portuali fortificate del Mediterraneo.

Fra le isole ionie, la più estesa è Cefalonia, nota per il tremento eccidio della divisione Aqui dell’esercito italiano nel settembre 1943. Oggi è una delle mete turistiche più frequentate, famosa per i mulini di mare, le katavothres(canali sotterranei naturali) di Argostoli e per la pietra oscillantedi Akrotiri.

Il patrimonio naturalistico è rappresentato da interessanti formazioni carsiche, fra cui le grotte di Melissani, con un lago interno, e di Drogarati, dotata di una grande “Sala dell’Apoteosi” che ospita concerti musicali in virtù della sua eccellente acustica.

Notevoli i monasteri di Agios Andreas a Peratata, di Agios Gerassimos, patrono dell’isola, vicino ai villaggi di Valsamata e Fragata, di Theotokou Atrou, presso Poros, il più antico monastero dell’isola, e la fortezza di Agios Georgios, probabile costruzione del XII secolo, a pochi chilometri da Argostoli.

Interessanti le rovine normanne di Fiskardo, dove sorgono i pochi resti di una chiesa, realizzata forse nell’XI secolo per accogliere la sepoltura di Roberto il Guiscardo, di due torri difensive e delle fondamenta di un faro veneziano. Dell’antica Sami sono visibili le rovine dell’acropoli, fra cui i resti della chiesa medievale di Agios Nikolaos, avvolti da una natura rigogliosa. Fra Sami ed Argostoli, attraverso una strada tortuosa e a tratti sterrata e boschi di abeti neri, è possibile raggiungere il parco nazionale del monte Enos, la vetta più alta di Cefalonia (1628 m.).

Conosciuta anche come Fiore di Levanteper la sua rigogliosa vegetazione, Zante è la più meridionale delle isole ioniche, che già Omero descriveva ricca di foreste e di traffici commerciali e marittimi. Durante il dominio veneziano, fu costruita l’imponente fortezza nel villaggio di Bochali, arroccato sulla collina che domina la città di Zacinto, porto principale dell’isola, importante per la cattedrale di San Dioniso (1547-1622), vescovo ortodosso, venerato come santo. Notevole la chiesa di Agios Petros, vicino al villaggio di Agios Nikolaus.

Punto di forza sono gli scenari naturali. Nell’area sudoccidentale dell’isola è localizzato il Parco Nazionale Marino, importante per la tutela, la riproduzione e la conservazione delle tartarughe Carettacaretta. Da visitare gli importanti siti naturalistici della Spiaggia del Relitto, delle grotte di Keri, le cosiddette Grotte blu tra Agios Nikolaus e Capo Skinari, la spiaggia delle Tartarughe di Gerakas.

Sulla sponda occidentale del Peloponneso, Modone (Methoni) è stata una delle più importanti basi navali della repubblica veneta dell’antica Morea; per la sua posizione strategica, la sua fortezza fu tenuta in grande considerazione e fu denominata Venetiarum Ocellae. In epoca veneziana, infatti, facevano scalo quasi tutte le navi sulla rotta tra Venezia e il Levante e tutte le navi di pellegrini dirette in Terrasanta. Gli attuali resti della fortezza sono quelli ricostruiti dai Turchi nel XVI secolo, che restituiscono l’immagine dell’importante ruolo di Modone, “sentinella greca del mare”.

L’isola di Creta, la più grande della Grecia, fu il centro della civiltà minoica che ebbe in Cnosso, Festo e Cidonia i suoi centri principali. La sua straordinaria posizione geografica determinò la nascita di un impero marittimo che dall’Egeo controllava una vasta rete commerciale diretta verso l’Egitto, la Siria, i territori a nord del mar Nero e l’Occidente. Oggi è una delle mete turistiche più importanti, grazie al suo ricco patrimonio naturale e culturale. Il suo nome si deve alla notevole quantità di creta o argilla, utilizzata dalle comunità locali per la produzione di utensili e vasi.

La maggior parte del suo territorio è montuoso (la vetta più alta è il monte Ida, circa 2500 m.), mentre la pianura occupa una percentuale molto bassa. In seguito alla quarta crociata fu occupata dai Veneziani che la chiamarono come la sua capitale, Candia. Importante centro commerciale, divenne il principale possedimento della Serenissima ma anche il suo ultimo baluardo contro i Turchi. Le città più importanti sono Candia, La Canea e Rethymno.

A Candia, notevoli sono i musei di archeologia, che esalta al bellezza e il carattere evoluto della civiltà minoica, quello storico e delle tradizioni e quello di storia naturale, la cattedrale di San Minas e le “memorie veneziane” delle mura, del porto, del castello a mare, esempio di fortificazione veneziana meglio conservato, della loggia e delle fontane Bembo e Morosini. Anche La Canea è una città di origine minoica; il suo porto veneziano, costruito nel XIV secolo e poi ampliato nel XVI, non ebbe mai grande importanza per le acque poco profonde. La darsena di oggi è un ritrovo turistico, circondato da ristoranti e caffè. Le possenti mura veneziane, erette nel XVI secolo, circondano la città vecchia, in cui si mescolano l’impronta veneziana e il carattere ottomano. Il museo Archeologico, ospitato presso l’ex convento di San Francesco, conserva reperti dall’età preistorica fino all’epoca romana. Notevole la chiesa di San Nicola, realizzata dall’ordine dei Domenicani nel XIV secolo, trasformata prima in moschea e poi in chiesa ortodossa. Rethymno è caratterizzata dall’imponente fortezza veneziana e dalla porta Guora, porta principale delle mura del XVI secolo. Da non perdere il museo archeologico, ospitato presso una prigione turca, e la moschea Tis Nerantzes, un tempo chiesa di Santa Maria. La provincia omonima, oltre ad essere nota per le sue splendide spiagge sabbiose, è famosa per i suoi villaggi montani e i suoi monasteri, come quello di Arcadi, simbolo del patriottismo locale, in cui centinaia di ribelli cretesi si suicidarono per non cadere in mano turca; nella valle verde di Amari, i fantastici paesaggi sono punteggiati da piccole chiese bizantine, con mosaici e preziosi affreschi.

Nel Mar Egeo, anche Rodiesprime il fascino di una fiorente isola mercantile, segnata da imponenti testimonianze storiche e culturali. Nell’omonima città, che si identifica con il suo Colosso, il celebre passato domina ovunque, dall’antico porto militare di Mandraki, con la Fortezza di San Nicola e i mulini a vento del XV secolo, alle imponenti fortificazioni della città medievale, Patrimonio Unesco dal 1988. La bellezza delle sue contrade riflette l’essenza dell’ordine militare ospedaliero di San Giovanni che, dopo la caduta di Acri a Gerusalemme nel 1291, trasferì la propria dimora sull’isola. A Rodi, tra gli edifici più rappresentativi, è possibile ammirare il Palazzo del Gran Maestro dell’Ordine, l’Ospedale di San Giovanni (ora sede del Museo Archeologico), i palazzi di rappresentanza (i cosiddetti “alberghi delle Lingue”) che si affacciano lungo Via dei Cavalieri, uno degli assi viari principali della città.

Notevoli anche i monasteri, come quello di Filerimos, e le chiese, in parte trasformate in moschee durante la dominazione turca; tra gli edifici religiosi, la Chiesa della Madonna del Castello e i resti di Santa Maria del Borgo sembrano recuperare, nella loro intitolazione, un legame simbolico con la città: l’originaria divisione del tessuto urbano in due aree, il Collachiume il borgo.

L’importanza degli edifici religiosi fu sancita nel XV secolo dalla bolla papale di Sisto IV, che concesse l’indulgenza plenaria ai tutti i fedeli che avessero visitato le chiese indicate dal Maestro dell’Ordine di San Giovanni tra la domenica delle Palme dell’anno 1480 e la Pasqua di Resurrezione del successivo anno 1481.

L’ultima isola prima di giungere in Terrasanta è Cipro, divisa dalla green linein un’area sotto il controllo della Repubblica cipriota e in un’area turco-cipriota. Anche in termini morfologici, il territorio è diviso “a metà” ed è strutturato in due catene montuose: a nord dalla catena di Kyrenia e a sud dal massiccio dei monti Troodos, separati dalla fertile pianura di Mesaria. Fu un importante scalo nei percorsi medievali diretti verso la Terrasanta o il medio Oriente, indicato più volte nella letteratura odeporica di pellegrini e mercanti. L’isola è connotata da una significativa devozione mariana; la tradizione delle icone miracolosamente giunte dal mare oppure ritrovate sulle montagne e lungo le coste ha determinato la fondazione di numerosi monasteri. Importante è anche il monastero Stavrovouni, arroccato su un picco roccioso fra Limassol e Famagosta, fu  fondato secondo la tradizione nel IV secolo d.C. dalla madre di Costantino, sbarcata a Cipro a causa di un naufragio. Qui è custodita la reliquia della croce del buon Ladrone, che Elena portò con sé di ritorno dal suo pellegrinaggio a Gerusalemme. La cosiddetta “Montagna della Croce”, la vetta sacra del massiccio dei monti Troodos, è la sede di uno dei centri religiosi e culturali più significativi di Cipro.

Nicosia è la capitale millenaria di Cipro; il centro storico medievale è serrato tra le imponenti mura a pianta stellare, realizzate dai veneziani nella seconda metà del XVI secolo e dotate di tre porte e undici bastioni. Anche Famagosta fu resa più sicura da fossati e torri, ricostruite in età moderna costruita dai veneziani, frutto delle più avanzate concezioni belliche: il circuito murario rettangolare, di circa quattro chilometri, è rafforzato ai vertici da possenti baluardi, intervallato da dieci torrioni e coronato da terrapieni larghi fino a trenta metri e circondato all’esterno da un profondo fossato. Fra le fortificazioni delle coste del Mediterraneo, quelle di Famagosta sono fra le più importanti. Da visitare Paphos, centro del culto di Afrodite, capitale europea della Cultura nel 2017, uno dei principali centri portuali dell’isola.

Cipro è il penultimo nodo portuale prima di giungere in Terrasanta ed attraccare a Tel-Aviv, località che ingloba l’antico porto di Giaffa, che i Veneziani utilizzarono nel tardo medioevo con un servizio di galee per il trasporto dei pellegrini. Il centro storico di Giaffa è caratterizzato dalla chiesa di San Pietro, legata alle vicende petrine del miracolo di Tabita e della visione della tovaglia calata dal cielo nella casa di Simone il conciatore. Da questo luogo è possibile compiere un’altra esperienza di pellegrinaggio, in cui il cammino rivela la sua essenza attraverso i luoghi della vita e della passione di Gesù, che si intrecciano inevitabilmente con i luoghi di Maria. Ad iniziare dal monastero carmelitano “Stella Maris” di Haifa, con la grotta di Elia, sul monte Carmelo, e dalla basilica dell’Annunciazione di Nazareth, con il vicino “pozzo della Sacra Famiglia”, proseguendo per Betlemme e Cafarnao, fino alla “via dolorosa” delle 14 stazioni della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Fabio Mitriotti, Università del Salento